10 gennaio 2007

belle quelle foto ma a cosa servono?


Già da qualche giorno passeggiando per Brentonico può capitare di imbattersi in qualche cartellone che propone delle belle foto del nostro territorio e molti si saranno posti la domanda: belle quelle foto ma a cosa servono?
Per dare una risposta dobbiamo prima conoscere e capire cosa è il MARKETING EMOZIONALE.

Il consumatore non è un soggetto totalmente razionale: da questo presupposto partono le più recenti teorie di marketing che, accantonata la logica “bisogno-acquisto-beneficio” (rispondente solo in parte alla realtà, in un contesto in cui il consumo risponde prevalentemente a necessità psicologiche), mettono in luce l’aspetto soggettivo e irrazionale del processo d’acquisto. Tali teorie si appoggiano a molteplici studi che ribadiscono l’importanza del fattore emotivo nella decisione del consumatore. Emerge, infatti, che il 95% delle scelte dei consumatori è dettato dall’inconscio. Tale strategia si basa più sull’esperienza del consumo che sul prodotto in sé. Ad esempio, piuttosto che valorizzare un gelato, il marketing emozionale tenderà a valorizzarne l’atto di consumo, ovvero, il “mangiare il gelato”.

L’obiettivo primario, è individuare il tipo di esperienza che valorizza al meglio il prodotto. In questo modo, sarà possibile instaurare una sorta di empatia tra azienda e cliente, tale da aumentare sia il coinvolgimento del consumatore che la differenziazione percepita. Questi, infatti, sceglie i propri prodotti tra le diverse alternative che individua sul mercato: quanto più egli percepirà una differenza fra le diverse proposte, e quanto più essa sarà basata su componenti da lui ritenute importanti, tanto più l’azienda riuscirà ad ottenere un vantaggio competitivo.

Questi studi forniscono un apporto importante alla ricerca orientata al mercato poiché consentono di comprendere meglio le scelte del consumatore e, quindi, anche di mettere a punto una comunicazione meno inquinante e più mirata. Il fatto è che la sfida, al giorno d’oggi, non è più quella tra prodotti - per ciascuna categoria merceologica ne esistono fin troppi di qualità equivalente - ma quella tra percezioni attorno ai prodotti; ed è allora la comunicazione, che sulle percezioni lavora, a fare la differenza. Si parla insomma di marketing emozionale, cioè l’ insieme delle forme interpretative della realtà circostante espresse dalla parte destra del cervello, analizzate attraverso tecniche estremamente raffinate che si servono dei metodi della psicolinguistica applicata secondo parametri e schemi statistici costantemente aggiornati e verificati.

Forse era sufficiente fermarsi all’immagine del gelato per cominciare a dare una risposta alla domanda; a presto il seguito della risposta e ulteriori considerazioni!

Per chi vuole approfondire l’argomento: comunitàzione, comunità delle discipline attinenti la Comunicazione

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Le foto sono sicuramente belle e molto d'effetto. Non sò se è suggestione oppure qualche altra cosa ma la loro visione personalmete mi da un senso di piacere e benessere. Cumunque mi sembrava un pò strano che dei cartelloni sparsi per il centro ("Vic") senza nessuna pubblicità non fossero legati a qualche forma di "studio" comportamentale. Personalmente proseguirei con l'iniziativa magari sostituendo le foto periodicamente.

Anonimo ha detto...

Belle le foto, entrando al bar mi sento un pò mucca al pascolo anch'io... Ruminerò una birra aspettando di capire a cosa servono le immagini!

Anonimo ha detto...

se vi hanno stupito le foto non avete ancora visto nulla: chi passeggiava ieri a Brentonico di fronte all'ARCI ha potuto godersi lo spettacolo di un gruppo di ragazzini anglofoni che ballavano sulle foto...PROIETTATE SULL'ASFALTO!!!!! Che il Paesello percepisca già le vibrazioni di una primavera in anticipo sul calendario?

Anonimo ha detto...

CIAO anche questa sera ho letto le nuove notizie!!!!!grazie ciao