02 maggio 2011

malcostume e trascuratezza

Malcostume e trascuratezza segnano alcuni scorci del nostro territorio.
Comportamenti più consoni e un occhio più attento e vigile potrebbero conservare e migliorare l'immagine del nostro bel paese!

Post precedenti:
20.02.2011 i morti non votano
12.07.2007 non c'è due senza tre...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Le immondizie fanno parte ormai della nostra civiltà e del nostro tessuto urbano e rurale. Perché nasconderle?

Anonimo ha detto...

Ma guarda un po'.... si sono trovati però i soldi per rifare i giardinetti davanti a casa Schelfi....non si poteva fare lì l'area ricreativa invece che sul parco?

Anonimo ha detto...

APPUNTI DI VIAGGIO

L' ARCHETIPO DEL DEGRADO URBANO DI BRENTONICO.
Archetipo: modello originale che ha valore di esempio.
All'interno del paese di Brentonico ci sono dei luoghi che sono importanti per la memoria di una comunità ed ognuno di questi ha un proprio significato, una propria storia e per taluni, il tempo ha introdotto significativi dettagli ed oggetti particolari come sono le fontane.
Una fontana in particolare, collocata all'incrocio di quattro strade e che non porta con sé date di costruzione, non risulta essere raffigurata nelle immagini storiche, ma semplicemente è li da sempre con la sua forma sghemba, con le due vasche scavate da un'unica pietra di macigno, può far comprende che la percezione che si ha del luogo in questione, non è limitato al solo scopo per cui la fontana è stata costruita, ma è dato anche dal livello di interazione con l'ambiente circostante. Assume cosi importanza la gerarchia tra la figura del singolo elemento isolato inteso come massa quale è “la fontana”, con il profilo ed i dettagli che focalizzano l’attenzione e la fanno diventare ricca e complessa e la figura dello sfondo che può sembrare senza spessore, ma che in realtà dà forma allo spazio del luogo.
Questi luoghi sono i nodi dei lunghi percorsi che attraversano l’altipiano e che li visualizzano, rendendoli diversi uno dall'altro. Sono sempre stati dei momenti di invenzione architettonica e funzionano bene anche come ancoraggi concettuali perché fanno capire come il territorio sia definito da margini, attraversato da percorsi, costellato di riferimenti e caratterizzato da grandi vuoti, tutti elementi questi che consentono di percepire la struttura del territorio.
Da qui nasce il ruolo privilegiato che hanno questi manufatti nell'urbanistica dell'Altipiano, nel momento in cui la loro localizzazione forma una rete che viene percepita come una mappa della memoria e che per alcuni tratti condivide i percorsi dell'urbanistica odierna riuscendo a dialogare con la gente per descrivere i luoghi del passato.
Sono convinto che per non negare la memoria e non disperdere quello che c’è sul territorio, è necessario togliere il piccolo manufatto dal degrado odierno, rimettere in ordine il suo perimetro e far si che possa rientrare come uno dei nodi di connessione di questa mappa ideale.
Forse non è troppo tardi perché a Brentonico chi ha lo scettro del potere mostri la propria vitalità, invertendo la tendenza che ha visto il sistematico abbandonano alla corrosione del tempo dei frammenti della nostra storia, per scelte fatte da uomini d'oggi senza memoria del passato.
Non è poi cosi difficile capire che in taluni casi è necessario musealizzare pezzi del territorio per salvaguardarne gli oggetti presenti, arrivando a costruirci attorno dei recinti ideali perché è a questi che ci si affida per conservare la memoria della comunità e non solo ai nomi, che in poco tempo disperdono il significato della parola. E se il nostro è un territorio che per talune parti è l’odierno risultato di un lungo processo di trasformazioni umane, ve ne sono dei tratti nei quali non ci si deve sentire estranei, bensì riconoscersi come appartenenti ad un contesto ambientale fatto di immagini note e permanenti perché solo cosi il luogo in cui viviamo rimane casa nostra.
A mio parere per Brentonico è questo un periodo nel quale si è perso di vista quanto di costruito ed avente pregio vi sia, è una comunità che si è limita ad utilizzare le cose presenti sul territorio per il solo valore di materia prima di scambio, riconoscendo a quest’ultimo “il territorio” uno scarso diritto di salvaguardia. Mi sembra quella odierna una comunità che impone un duro confronto con i luoghi in cui vive.
Con sommo rispetto dell’altrui intelligenza

Candido

Per vedere la foto, copiare il link:

http://img542.imageshack.us/img542/1002/rszfontana.jpg

BlogCittadiniBrentonico ha detto...

grazie Candido per il prezioso contributo

Anonimo ha detto...

Piove Comune Ladro.
Ma porco mondo, perché i nosi Aministratori noi se fà do passi sul Vial del Parco sul lato Sud? Forse ancor doman quele buse che con tut sto piover le é dele gran bele pocie che ogni machina che pasa l'é na lavada gratuita, le saria za stupae zo. E no l'é da ades che le ghé. Forse le doveria esser stae fate sistemar a gratis da quei che à fat i repezi en maniera orenda. Per mi anca a questa l'é trascuratezza e soprattutto malcostume dela Direziom de ogni lavoro che vegn fat coi nosi soldi.

Anonimo ha detto...

Le priorità no l'è i laori da far per el bem de tuti (fem sol el caso de el prim toc de strada che va ai Calpi, ma gh'en sarìa 'na montagna de altri casi) ma i giardineti davanti ala solita casa...