22 febbraio 2007

ARGO dice la sua












L'Associazione per l'Ambiente e la Cultura ARGO di Brentonico ha elaborato in questi giorni un documento sulle questioni ambientali più "chiaccherate", con particolare riferimento alla situazione brentegana. Grazie al contributo pervenuto sottoponiamo il documento alla lettura dei visitatori del Blog.

Il carattere sempre più drammatico dell’evoluzione dei problemi ambientali e dei sovvertimenti del clima del nostro pianeta deve venire accettato al di là di ogni dubbio e ciò impone l’adozione di cambiamenti radicali dell’attuale modello di produzione e di consumi energetici. A tale urgenza si contrappongono le lentezze e la sostanziale indifferenza dei governi del pianeta, spesso con il supporto più o meno incosciente degli organi di (dis)informazione che certamente alimentano una rimozione collettiva o una scarsa sensibilizzazione popolare. L’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo è scientificamente dimostrato dalle numerose diagnosi sull’analisi delle fonti energetiche disponibili nel futuro: la drammaticità della crisi energetico–ambientale costituisce una sfida epocale, inevitabile anche immaginando soluzioni tecniche, atte a perpetuare l’attuale modello economico, che salvaguarda esclusivamente i potenti interessi delle lobbies che lo controllano.

Una reale soluzione dei problemi deve passare attraverso tre temi cruciali: risparmio, razionalizzazione ed efficienza. La realtà ci parla di crescenti costi colossali causati dai disastri ambientali, dalle pazzie della crisi climatica con alterne inondazioni e siccità, dagli inquinamenti di ogni tipo, dai problemi dei rifiuti.

Se anche esistessero scorte di petrolio a basso costo per mille anni, se anche non esistesse una crisi ambientale, in ogni caso questa economia basata sui combustibili fossili e sul saccheggio delle risorse e dell’ambiente, non sarebbe ulteriormente accettabile per motivi etici e politici. Necessita un radicale cambiamento di vita, dei nostri stili spesso omologati e imposti; le conquiste fatte, i progressi (di noi paesi ricchi!) vanno rielaborati in un nuovo contesto, per diventare effettivi fattori di liberazione dalla logica del profitto, dai bisogni fittizi, dall’alienazione di una “vita artificiale”, dalla logica “dell’usa e getta”.

Tale trasformazione ha bisogno di un recupero con la natura e con la natura umana perché questo progresso tecnico-scientifico ci ha imbrogliati, per cui è necessario abbandonare un atteggiamento acritico di fiducia messianica nella tecnologia e soprattutto nell’uso che di essa ne facciamo.

Anche in ambito locale è importante sostenere, a tutti i livelli, una campagna di sensibilizzazione contro le ostinate visioni miopi nel governo del territorio, contro chi non vuole prender atto che il tempo per ulteriori interventi indiscriminati è scaduto. La fruibilità delle risorse ambientali a vantaggio del “tradizionale sviluppo turistico” non è eterna e deve essere comunque adeguata a ciò che l’ambiente può offrire e sostenere. E’ necessario instaurare un rapporto d’amore con il proprio territorio, abbellire i centri abitati, soprattutto quelli con caratteristiche di interesse storico, ed evitare scelte urbanistiche di natura speculativa che oltretutto non assicurano assolutamente forme continuative e stabili di occupazione lavorativa. La qualità della vita si costruisce innanzitutto sul piacere di vivere in un ambiente non deteriorato, che non sia inutilmente cementificato, che non si caratterizzi per strutture e viabilità brutalmente gratuite. Anche a livello locale si possono registrare alcuni casi emblematici. A tal proposito lo svincolo di Crosano è stato un intervento di grande impatto, enormemente sproporzionato al traffico che deve sopportare e risolve solo in parte il problema di quella viabilità. Si è dimostrato inoltre una soluzione costosa per la comunità: le rotatorie hanno risolto in molti casi situazioni di pericolosità nei pressi di incroci vari, e se curate con dossi erbosi ed abbellite, consentono di risolvere completamente il problema della viabilità e la problematica ambientale, con significativi risparmi nei costi di costruzione.

Argo ritiene sia stata una scelta sbagliata e che il denaro pubblico sborsato per attuarlo sia stato impiegato malamente, così come nella costruzione del bocciodromo. Costruito accanto al discusso palazzetto dello sport, costato molte risorse economiche anche in relazione ad una limitata fruibilità da parte di una esigua utenza, il bocciodromo ha un eccessivo impatto architettonico. Tale invasività è evidente e stride per un paese di montagna che voglia legare il suo futuro al Parco del Monte Baldo.

Un’altra spiacevole anomalia è oggi “ammirabile” in montagna all’arrivo della seggiovia Bucaneve; si sta costruendo un nuovo ristorante, di notevoli proporzioni, proprio nelle immediate vicinanze di un vecchio edificio, da molto tempo dimesso e adibito ai tempi del boom turistico, proprio a ristorante!

L’erosione delle risorse ambientali è molto evidente: è quindi necessario dotarsi di strumenti urbanistici che consentano di attuare obbligatoriamente il ripristino del territorio dopo che, oltre un conveniente periodo, qualunque struttura abbia smesso di operare. Ciò al fine di bloccare la proliferazione di opere che sfuggano al controllo del piano regolatore.

Nella cura e conservazione del territorio rientra anche il rifacimento delle strade interpoderali e della gestione delle cave. Premesso che la manutenzione e sistemazione di alcuni di tali percorsi (non tutti!) aiutano la conservazione dell’ambiente montano, e sono eseguiti con il contributo dei fondi europei a cui si aggiungono usualmente alcuni contributi comunali, c’è da rilevare che tali interventi spesso disattendono sia le reali finalità d’uso che il rispetto dei vincoli ambientali. Sono percorsi a traffico limitatissimo che non necessitano quindi di massicci interventi di asfaltatura, di eccessive dimensioni e di ingombranti guard-rail, tutte queste, caratteristiche tipiche della viabilità di massa. In molti casi sarebbe opportuno intervenire adottando semplicemente due rotaie di cemento erbeggiando tutto il resto.

La cava di Cornè, oltre ad essere fonte di pesante inquinamento acustico, rappresenta una profonda ferita a monte del paese. Non si è ancora attuata alcuna forma di ripristino ambientale, purtroppo in triste accordo con le innumerevoli analoghe situazioni che affliggono la nostra provincia.

Un’altra questione che ci preoccupa è l’insistenza da parte dell’Amministrazione Comunale nel voler realizzare il tanto discusso collegamento stradale Polsa-S.Valentino. La riteniamo un’opera dai costi sproporzionati rispetto alla sua fruizione e di forte impatto ambientale, che comunque non è risolutiva della crisi turistica che affligge l’area da diversi anni. Oltre tali solide motivazioni, è necessario anche prender atto che le recenti variazioni climatiche, ultimamente in rapido aumento , potrebbero in breve tempo rendere del tutto inutile qualunque diatriba sulla presenza di quest’opera viaria.

Alla luce di tale premessa e delle problematiche suesposte, l’associazione ARGO è convinta che l’Amministrazione Pubblica debba attuare un netto cambiamento di rotta nell’affrontare i temi dell’ambiente, a partire da una corretta informazione nei confronti della popolazione con la quale sarebbe inoltre auspicabile instaurare un sistematico rapporto comunicativo, al fine di costruire processi decisionali condivisi e rispettosi degli interessi della comunità.

Brentonico, febbraio 2007

Un sincero ringraziamento all'associazione ARGO per il bel contributo di analisi e di riflessione offerto!

ASSOCIAZIONE ARGO PLEBEJUS ARGUS
Piazza Dalla Chiesa n.12
38060 Brentonico - TN
associazioneargo@virgilio.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

...BRAVI,COMPLIMENTI che ancora dire.... un bel DOCUMENTO peccato però, anche questo FUORI TEMPO massimo!
EH..... SIAMO NEL 2007!
Anche sul Altipiano che muove QUALCOSA sono solo gli INTERESSI ECONOMICI,come a livello nazionale e mondiale, la qualità della VITA delle persone è diventato un OPTIONAL,un DOPO.
*piccolo esempio,(forse fuori tema ...):
MALGA SUSINE nel intento del Comune e di altri, dovrebbe...MAH avrebbe dovuto essere il traino per la POLSA come lo è stato magari a suo tempo da l'altra parte della valle MALGA FOS-CE.Bastava un ristoratore si professionale mà anche un po' AGREGATTORE di persone ( a Brentonico ne abbiamo ...vedi Fos-ce, Maso Palù,Casa del vino) e un malgaro un pò conosciuto e apprezzato (uno a caso Orazio) e secondo me e sento anche altri si sarebbe fatto "BINGO".
Invece la logica del PROFITTO.... e è niente... vedremmo i PATTI TERRITORIALI
p.s. scusate lo SFOGO