un calendario "prezioso"
Un calendario con i fiori più preziosi del Baldo
Una banca trentina finanzia un’opera d’uso quotidiano ma anche da collezione. Tutte le specie più belle, in disegni a matita ed acquerello
Un fiore del Baldo (esclusivo, endemico, tipico) per ogni mese dell’anno, disegnato a matita, ripassato a china ed acquerello sul formato 33 per 46,5 centimetri su cartoncino. Una cucitura laterale per sfogliarlo come un albo, ma il forellino per appenderlo c’è. Un calendario che alla fine del 2009 si porrà in biblioteca, nell’emeroteca del Baldo. Il Veneto, il Veronese, suoi enti e amministrazioni (sollecitati) non vi hanno mai posto attenzione. Le Casse Rurali del Trentino sì.
Ed è della Cassa di Brentonico questo raffinato calendario 2009, introvabile ma già in ristampa. Grazie a questa e a quelle della Bassa Vallagarina e dell’Alto lago di Garda più la Sat di Brentonico, è in corso di edizione uno studio epocale «Flora illustrata del monte Baldo», opera finanziata con 125 mila euro.
È l’inventario botanico del Baldo, in due volumi, a cura di Filippo Prosser ed Alessio Bertoldi del Museo Civico di Rovereto, studiosi preparatissimi con pochi soldi e tanta passione. Proprio Prosser e Bertoldi hanno appena scoperto infatti un nuovo tipo di genziana sul gruppo di Brenta, Genziana brentea.
Imerio Lorenzini, presidente della Cassa di Brentonico, editrice del calendario firmato da Gianni Ripamonti, compra al mercato antiquario internazionale tutto quanto pertiene il massiccio: libri, stampe, erbari, tele, incisioni, mappe, oggetti etnografici. Nel Veronese, nel Veneto, nulla. «Noi vogliamo riunire il Baldo», dice Lorenzini.
Eppure non è solo una bella montagna, la prima, la più vicina alla Pianura Padana, capace di rispondere all’isteria della megalopoli che corre da Trieste a Torino con un messaggio colto e rasserenante. È anche un «unicum» geologico e botanico, il «Paterno monte» del Carducci, il «Botanico monte» di Luigi Ottaviani, il «Mondo» d’Eugenio Turri.
Insomma, ecco mese per mese, la Brassica repanda, scoperta sugli spalti di Brentino-Belluno, la Sassifraga del monte Tombea minacciata di estinzione, lo stupendo Muscari a foglie allungate, il Cisto dalle foglie stropicciate presente in Corsica, Sardegna, Sicilia, alle Baleari e as Albisano di Torri (senza nessuna forma di tutela), l’Ofride del lago di Garda, endemico ed altre ancora, il meraviglioso Tulipano montano , unico nel Veneto, che sul Baldo raggiunge il suo limite sud orientale, la Polmonaria della Vallarsa presente in un piccolo settore nord orientale del massiccio, l’Alisso d’Obir, specie illirica che qui, presente solo su di un ghiaione, raggiunge il suo limite occidentale di crescita; la Primula meravigliosa, la Campanula del monte Baldo (la petrea), endemismo esclusivo della provincia veronese, il Ranuncolo di Kerner, un calliantemo recentemente confermato da Prosser (in copertina al primo dei tre volumi della «Flora Alpina» della Zanichelli in cinque lingue, 5,2 chili di meraviglie per 125 euro).
Il Colchico di Spagna chiude il calendario con dicembre: stupendo, sette petali rosa, unico in un’unica stazione di crescita.
Ecco sulla «montagna dei veronesi» un significativo intervento trentino, una testimonianza per quello che da nord-ovest spira in un’aria, un’aura, un venticello che fra dissimulazione, cinismo talvolta, gratuita effervescente cordialità e iperpobolica allegria, fa i veronesi «Tuti mati». Verissimo, è la fattispecie, baldense.
Autore: Bartolo Fracaroli Fonte: L'Arena
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