20 novembre 2009

ognuno porti (via?) la sua Croce

Dispiace non vedere emergere (ancora) opinioni brentonicane sulla sentenza del Tribunale Europeo per i Diritti dell’Uomo.
Sentenza che potrebbe rappresentare la fine dell’esposizione di Crocefissi e di ogni altro simbolo religioso nei siti pubblici del nostro Paese.
Provo a lanciare un sasso… sull’Altopiano (nello stagno o in piccionaia, fa lo stesso).
Ogni simbolo racchiude l’estrema sintesi di un concetto, di un pensiero, di una storia.
Tutti largamente condivisi da una comunità ma non necessariamente da tutti gli individui che la compongono.
Bandiera, Inno, Costituzione, Distintivo, Divisa e mille altre espressioni (ohibò, certamente laiche) si sovrappongono e persino contraddicono fatalmente la personalità, la cultura, le scelte, dei singoli individui.
Minoranze anche corpose sono più o meno consapevolmente condannate a subirle… Ma dovranno divenire larga maggioranza per affrancarsene… (che sia la Democrazia?)
Simboli laici e simboli di altro genere accompagnano solennemente ancor oggi i passaggi cruciali della vita di interi popoli.
Un giuramento si tende a farlo ponendo la mano destra sul cuore e la sinistra su un documento che racchiude la sostanza dei valori più alti della comunità di appartenenza.
Spesso questo documento non è la Costituzione - espressione di valori alti ma semplicemente umani - ma bensì la Bibbia, la Torah o il Corano, simboli dei precetti divini comunque intesi, assunti formalmente come i più elevati possibile per ogni essere umano, credente e non.
Le parole che accompagnano l’investitura di diversi Capi di Stato si riferiscono a volte molto esplicitamente a Dio.
Le banconote americane recano la scritta In God we trust, ossia Confidiamo in Dio, posta a massima tutela di quel credito.
Una tutela divina, valida per credenti di ogni fede, atei compresi. Non solo.
Un miliardo di esseri umani stipulano contratti in nome di Allah e ritengono che il Corano sia indiscutibilmente superiore ad ogni legge umana.
Il crocefisso esposto nelle scuole, nei tribunali, negli edifici pubblici ed altrove vuol semplicemente significare che in quel luogo si svolgono, si amministrano e accadono eventi per i quali si osserva, il più elevato scrupolo concepibile.
Non la pensa così un italiano che tempo fa si impalma una signorina finlandese.
Malgrado la loro avversione per i simboli religiosi, i loro due figli compiono tutti i loro corsi di studio al cospetto del crocefisso esposto in ogni aula scolastica pubblica.
Non è dato sapere se questo abbia influito o meno sul loro profitto.
Non è nemmeno certo se quei ragazzi abbiano più sofferto per quell’esposizione così indecente che per la strumentalizzazione che i loro genitori ne hanno fatto.
Tutti i tribunali della Repubblica danno loro torto tranne l’ultimo, quello Europeo, che condanna il nostro Paese a rimuovere il Crocefisso dagli edifici pubblici italiani e a indennizzare le vittime di siffatto sopruso con 5000 euro.
(Questo succede a “pensionare” nelle istituzioni europee i “trombati” e i falliti nazionali!)
Non un più che giustificato vitalizio, ma un risarcimento una tantum di soli 190 euro/anno circa per figlio!
Quei giudici non hanno nemmeno capito quale indelebile danno biologico sia stato inferto a quei poveri ragazzi! …
E l’aspetto più eclatante rimarrà la rimozione dei crocefissi proprio dalle aule che quei due ragazzi non frequentano più da un pezzo. Perfetto!
Per mascherare l’impronta della croce che rimarrà sulle pareti si potranno utilizzare delle magnifiche corna di renna o di alce (animalisti, attenti…).
In alternativa si potrà ottemperare al dictat di Strasburgo con un eccellente compromesso: ricoprire tutti i crocefissi con la bandiera europea pietosamente listata a lutto.
Parrebbe che così si possa celebrare il trionfo della laicità dello Stato o inneggiare all’uguaglianza di tutte le Religioni davanti alla Legge.
Sembra il festival dell’ignoranza e della superficialità (ma forse è solo pacchiano anticlericalismo) perché quella Cattolica Romana è, per dettato dell’articolo 7 della Costituzione, Religione di Stato.
E le conseguenze sono innumerevoli e la forza necessaria a cambiare le cose inimmaginabile.
E pensare che per i non cattolici, gli agnostici e gli atei il Crocefisso è solo una ragione marginale di sofferenza!
Le frustrazioni più indicibili sono loro create dal doversi assentare dal lavoro a Natale e in tutte le feste comandate, dal trovare gli uffici pubblici e le scuole chiusi il dì del Santo Patrono, dall’usare il Calendario Gregoriano, straboccante di Santi, dal continuo inciampare nelle tradizioni cristiane, (cui si sommeranno presto o tardi quelle islamiche…), dall’osservare che l’Architettura, la Musica, la Letteratura e le Arti occidentali tutte sono “ricadute” della Cristianità.
Che la Storia… Mah!.
Se non sono tutta la cultura di un paese, certo sono una parte molto, molto significativa che non va lasciata alla mercè dei talebani del laicismo.
Gianclaudio

6 commenti:

F. ha detto...

Basta co sta storia...
Il crocifisso rimane li dove è sempre stato!
Dobbiamo cambiare tradizione e cultura solo perchè siamo invasi da musulmani?
SMETTIAMOLA!!!
Qui avanti con le moschee, proviamo andare la a fare una chiesa,,, e vediamo cosa succede.
Allora via il burca in italia....

Anonimo ha detto...

Se tornasse Gesù provo a immaginare dove ci metterebbe il crocefisso...

Anonimo ha detto...

Sembra di ricordarmi che qualche anno fa le scuole di Brentonico hanno anticipato la sentenza del Tribunale Europeo per i Diritti dell’Uomo.Vogliamo andare a verificare? Sò per certo che a differenza delle altre scuole Trentine la scuola di Brentonico si era distinta per aver lasciato fuori dalla porta il nostro arcivescovo.

I.B. ha detto...

Premetto che ho 51 anni.Ai tempi miei delle elementari il crocifisso stava lì appeso in classe. E con ragione. Allora c'era tutta una cornice di supporto all'essere lì. Si entrava in aula e si salutava l'insegnante che prima dell'appello faceva recitare la preghiera, la religione la faceva a scuola il prete o il cappellano non altre figure, ed era la storia di Cristo.
Allora ci poteva stare.
Ora no.
Perchè? Per laicità delle Istituzioni tutte (l'Italia è uno stato laico da costituzione), perchè la tradizione la portiamo avanti in altri modi, perchè non è il posto della religione ma del rispetto (e sarebbe già tanto se riuscissimo in questo)non necessariamente dato dalla religione. Non facciamo come altre religioni fondamentaliste che fanno dei segni religiosi i loro baluardi per i quali combattere. Lasciamo il crocifisso dove veramente deve stare con ragione di essere lì: in una chiesa dove viene pregato, dove chi ha bisogno trova conforto nel suo Dio che lo accompagnerà per un pò. Ai nostri giovani non diamo motivo di "attaccarsi" a luoghi ideologici dove appendere il Cristo,hanno ben altro a cui pensare: crescita in un mondo che li mette sempre più alla prova. L'alcolismo che brucia le loro cellule cerebrali e nemmeno lo sanno.Un posto di lavoro che non sia precariato a vita. Direi ecc, ecc... Allora. Chi pensa al Crocifisso come una crociata pensi prima ad usare la cristianità a casa propria con i principi della cristianità stessa.
Altra cosa è regolamentare i flussi degli immigranti ma ciò spetta ad altro organo più terreno che non il Crocifisso. In un paese islamico del nord Africa io ho trovato le chiese critiano cattoliche e ortodosse liberamente frequentate, non ho avuto difficoltà. Poi se vai nello Yemen allora si ti trovi in una regione integralista ma la loro religione è pure politica applicata quotidianamente. Facciamo la stessa cosa? Le mescoliamo così non riconosciamo più i nostri veri valori? Lasciamo strumentalizzare politicamente perchè si fanno voti?...Pensiamoci bene cosa vogliono farci pensare, prima di aderire ad una ideologia chiediamoci se stiamo pensano noi o è un pensiero assunto da altri.
I.B.

Anonimo ha detto...

Va, dai Gianclaudio, esageratooooooo,
troppo esagerato e moralista.
Fatti una battaglia per ben altri valori speriamo solo cristiani, e che ognuno si porti la sua croce sulle spalle come fece uno di noi 2000 anni fa.( Ci insegnò qualcosa, era troppo avanti per i tempi, non era moralista, era troppo forte e così lo hanno messo fuori gioco....il potere terreno non tollerava il nuovo e non conosciuto...cose quasi attuali...)
La costituzione non è santa, è pure datata a tempi ben diversi.
Ed il Cristo che assiste a fatti e misfatti nei vari luoghi pubblici salterebbe volentieri giù a cantarne quattro se potesse...gli esempi non mancano, avrai l'intelligenza di capire da te.
Che il tuo Dio ti accompagni e ti illumini non in base alla necessità di un libro su cui giurare più o meno in maniera veritiera, non in base a sentenze emesse in modo più o meno corretto, non in base a ciò che si fa nelle classi sotto gli occhi di Cristo, ma ti illumini e ti apra la mente a 360 gradi senza corna di renne e alci solo con la parola rispetto per tutti e tutto. I valori li abbiamo già, usiamoli in maniera corretta. E' come avere la forchetta e tu mangi ancora con le mani poichè sei limitato nel concetto.Bisogna andare avanti dal 1946 o giù di lì.

Anonimo ha detto...

probabilmnte la famosa arte dell'esercizio del buon senso andrebbe utilizzata soprattutto in queste cose: personalmente la mia formazione cattolica ha lasciato spazio nel tempo e a causa delle vicissitudini della vita a una posizione più agnostica ma il radicalismo portato a bandiera sia dai teo-con sia dagli atei dichiarati su opposti fronti deve essere fermato in nome dei principi di fratellanza universale che devono essere propri dell'uomo. Fosco Maraini, grande viaggiatore prima che scrittore e etnologo, enunciò una grande verità: non esistono razze, ma culture e come tali vanno comprese mangiando gli uni il sapere degli altri, non sparandosi da fronti su montagne di ideologie opposte.

Senofonte