l'archetipo del degrado urbano
Diamo uno spazio più dignitoso al bel commento pervenuto al post malcostume e trascuratezza - 4 com.
APPUNTI DI VIAGGIO
L' ARCHETIPO DEL DEGRADO URBANO DI BRENTONICO.
Archetipo: modello originale che ha valore di esempio.
All'interno del paese di Brentonico ci sono dei luoghi che sono importanti per la memoria di una comunità ed ognuno di questi ha un proprio significato, una propria storia e per taluni, il tempo ha introdotto significativi dettagli ed oggetti particolari come sono le fontane.Una fontana in particolare, collocata all'incrocio di quattro strade e che non porta con sé date di costruzione, non risulta essere raffigurata nelle immagini storiche, ma semplicemente è li da sempre con la sua forma sghemba, con le due vasche scavate da un'unica pietra di macigno, può far comprende che la percezione che si ha del luogo in questione, non è limitato al solo scopo per cui la fontana è stata costruita, ma è dato anche dal livello di interazione con l'ambiente circostante. Assume cosi importanza la gerarchia tra la figura del singolo elemento isolato inteso come massa quale è “la fontana”, con il profilo ed i dettagli che focalizzano l’attenzione e la fanno diventare ricca e complessa e la figura dello sfondo che può sembrare senza spessore, ma che in realtà dà forma allo spazio del luogo.
Questi luoghi sono i nodi dei lunghi percorsi che attraversano l’altipiano e che li visualizzano, rendendoli diversi uno dall'altro. Sono sempre stati dei momenti di invenzione architettonica e funzionano bene anche come ancoraggi concettuali perché fanno capire come il territorio sia definito da margini, attraversato da percorsi, costellato di riferimenti e caratterizzato da grandi vuoti, tutti elementi questi che consentono di percepire la struttura del territorio.
Da qui nasce il ruolo privilegiato che hanno questi manufatti nell'urbanistica dell'Altipiano, nel momento in cui la loro localizzazione forma una rete che viene percepita come una mappa della memoria e che per alcuni tratti condivide i percorsi dell'urbanistica odierna riuscendo a dialogare con la gente per descrivere i luoghi del passato.
Sono convinto che per non negare la memoria e non disperdere quello che c’è sul territorio, è necessario togliere il piccolo manufatto dal degrado odierno, rimettere in ordine il suo perimetro e far si che possa rientrare come uno dei nodi di connessione di questa mappa ideale.
Forse non è troppo tardi perché a Brentonico chi ha lo scettro del potere mostri la propria vitalità, invertendo la tendenza che ha visto il sistematico abbandonano alla corrosione del tempo dei frammenti della nostra storia, per scelte fatte da uomini d'oggi senza memoria del passato.
Non è poi cosi difficile capire che in taluni casi è necessario musealizzare pezzi del territorio per salvaguardarne gli oggetti presenti, arrivando a costruirci attorno dei recinti ideali perché è a questi che ci si affida per conservare la memoria della comunità e non solo ai nomi, che in poco tempo disperdono il significato della parola. E se il nostro è un territorio che per talune parti è l’odierno risultato di un lungo processo di trasformazioni umane, ve ne sono dei tratti nei quali non ci si deve sentire estranei, bensì riconoscersi come appartenenti ad un contesto ambientale fatto di immagini note e permanenti perché solo cosi il luogo in cui viviamo rimane casa nostra.
A mio parere per Brentonico è questo un periodo nel quale si è perso di vista quanto di costruito ed avente pregio vi sia, è una comunità che si è limita ad utilizzare le cose presenti sul territorio per il solo valore di materia prima di scambio, riconoscendo a quest’ultimo “il territorio” uno scarso diritto di salvaguardia. Mi sembra quella odierna una comunità che impone un duro confronto con i luoghi in cui vive.
Con sommo rispetto dell’altrui intelligenza
Candido
1 commento:
Non c'è mai nulla di nuovo sotto il sole...Men che meno in questa Miniera abbandonata di piccoli-grandi tesori.Nulla qui è abbastanza bello, importante,antico,utile,artistico, storico,popolare,interessante,curioso, e chi più ne ha più ne metta per essere difeso, custodito, apprezzato per quello che è: una piccola-grande testimonianza di quello che era e che può ancora essere questo benedetto paese.Amministratori e cittadini indegni hanno nel tempo trascurato, cancellato e disprezzato un bel po di cosette che avrebbero fatto e ancora potrebbero fare la fortuna di questo angolo di Paradiso (o di Purgatorio?). Ci hanno "mangiato" un sacco di fontane e quelle rimaste sono spesso sfregiate da incuria e adattamenti dilettanteschi, ci hanno cancellato un gran bel po' di sorgenti-una su tutte quella "miracolosa" del Paradis- stanno sprecando vestigia storiche come i resti del Castello di Dosso Maggiore,stanno insudiciando tutta Brentonico con le impresentabili isole ecologiche, stanno obbligandoci a "sporcare" tutta l'aria che c'è, con le nostre automobili, indispensabili rimedi all'assenza di un vero trasporto pubblico (massime negli week end).Si dimenticano dei tesori nascosti in Val Parol (Grotta verticale più profonda del Trentino), della Cascata di Landrom, della Busa Brodeghera, della Palestra di Roccia di Crosano, del Pont del Diaol, della Sorna, dei sentieri ecc. ecc. Tutte cose che hanno valore per i turisti e per i veri amanti della Storia, della Natura e della nostra civiltà.
Che dire?
Gianclaudio
Posta un commento