05 giugno 2011

più lento, più profondo, più dolce

Dedichiamo questo post alla Compagnia teatrale ITINERARIA che ieri sera ha regalato alla nostra comunità uno spettacolo (post Q.B. QUANTO BASTA) molto bello e ricco di spunti per uno stile di vita sobrio, configurabile in cinque comportamenti: rallentare, ridurre, riutilizzare, riparare, riciclare. Comportamenti che vanno declinati quotidianamente nelle scelte dell’alimentazione, dei trasporti, degli acquisti, dei consumi, dei rifiuti…

Più lenti,
più profondi,
più dolci

Alex Langer - Futuro semplice

Convegno Giovani Pro Civitate di Assisi 1994: partendo dal recupero della semplicità francescana Alex stende lo sguardo su questo mondo malato e cerca di dare concretezza all’insegnamento del santo di Assisi. Il suo pensiero e riassumibile nel motto «lentius, profondius, soavvius», che oggi è diventato lo slogan di coloro che ricordano Alex con affetto.


qui tutte le altri parti dell'intervento parte1, parte2, parte3, parte4, parte5
Da vedere!!!


La domanda decisiva è: Come può risultare desiderabile una civiltà ecologicamente sostenibile?
Lentius, Profundis, Suavius”, al posto di ”Citius, Altius, Fortius”
La domanda decisiva quindi appare non tanto quella su cosa si deve fare o non fare, ma come suscitare motivazioni ed impulsi che rendano possibile la svolta verso una correzione di rotta.
La paura della della catastrofe, lo si è visto, non ha sinora generato questi impulsi in maniera sufficiente ed efficace, altrettanto si può dire delle leggi e dei controllo; e la stessa analisi scientifica non ha avuto capacità persuasiva sufficiente. A quanto risulta, sinora il desiderio di un’alternativa globale – sociale, ecologica, culturale – non è stato sufficiente, o le visioni prospettate non sufficientemente convincenti. Non si può certo dire che ci sia oggi una maggioranza di persone disposta ad impegnarsi per una concezione di benessere così sensibilmente diversa come sarebbe necessario.
Né singoli provvedimenti, né un migliore “ministero dell’ambiente”, né una valutazione di impatto ambientale più accurata, né norme più severe sugli imballaggi o sui limiti di velocità – per quanto necessarie e sacrosante siano – potranno davvero causare la correzione di rotta, ma solo una decida rifondazione culturale e sociale di ciò che in una società o in una comunità si consideri desiderabile.
Sinora si è agiti all’insegna del motto olimpico “citius, altius, fortius” (più veloce, più alto, più forte), che meglio di ogni altra sintesi rappresenta la quintessenza dello spirito della nostra civiltà, dove l’agonismo e la competizione non sono la mobilitazione sportiva di occasioni di festa, bensì la norma quotidiana ed onnipervadente. Se non si radica una concezione alternativa, che potremmo forse sintetizzare, al contrario, in ”lentius, profundis, suavius” (più lento, più profondo, più dolce) , e se non si cerca in quella prospettiva il nuovo benessere, nessun singolo provvedimento, per quanto razionale, sarà al riparo dall’essere ostinatamente osteggiato, eluso o semplicemente disatteso.
Ecco perché una politica ecologica potrà aversi solo sulla base di nuove (forse antiche) convinzioni culturali e civili, elaborate – come è ovvio – in larga misura al di fuori della politica, fondate piuttosto su basi religiose, etiche, sociali, estetiche, tradizionali, forse persino etniche (radicate, cioè, nella storia e nell’identità dei popoli). Dalla politica ci si potrà aspettare che attui efficaci spunti per una correzione di rotta ed al tempo stesso sostenga e forse incentivi la volontà di cambiamento: una politica ecologica punitiva che presupponga un diffuso ideale pauperistico non avrà grandi chances nella competizione democratica.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che meraviglia il pensiero eco-socio-democratico-solidale di Alex Langer.
E pensare che a Brentonico abbiamo il Centro Culturale proprio intitolato a lui.
f.

Compania Teatrale Itineraria ha detto...

Carissimi,
grazie a voi per la splendida mail e speriamo di rincontrarci presto nel nostro intenso ma stupendo cammino.
Un caro saluto.
Maria Chiara e Fabrizio/ITINERARIA


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