28 aprile 2012

vota SI vota NO ma vota!

Domani 29 aprile 2012 si vota per il Referendum Provinciale Abrogativo delle Comunità di valle (sito PAT)
Ancora una volta sarà un BattiQuorum...
Ricordiamo che il 24 ottobre 2010, in occasione delle elezioni delle assemblee delle Comunità di valle, votò solamente il 44,47% degli aventi diritto al voto e a Brentonico solo il 37,88% (LE AFFLUENZE - Elezioni Comunità 2010)
Ora "per mandarli tutti a casa" (per usare una citazione populista) ci chiedono il quorum del 50%... 
Con questa affermazione non si vuole parteggiare per il SI o per il NO ma per il recarsi al voto e dimostrare di voler difendere l'istituto del referendum. Ecco il testo del quesito:

Volete che sia abrogata la legge provinciale della Provincia autonoma di Trento del 16 giugno 2006, n. 3 - così come modificata dalle leggi provinciali della Provincia autonoma di Trento del 19 giugno 2008, n. 6; del 12 settembre 2008, n. 16, del 3 aprile 2009 n. 4; del 27 novembre 2009, n.15, del 28 dicembre 2009, n. 19 e del 10 dicembre 2010, n. 26 - recante Norme in materia di governo dell'Autonomia del Trentino, con la quale sono state istituite le cosiddette Comunità di valle e ne è stata regolamentata la costituzione, il funzionamento e l'organizzazione, limitatamente agli articoli 14; 15; 16; 17; 17 bis, 18 Organizzazione, personale e contabilità della Comunità, limitatamente al comma primo: "1. Salvo quanto riservato ai contratti collettivi di lavoro di settore, la disciplina dell'organizzazione e del personale della comunità è dettata da regolamenti, nel rispetto dello statuto della comunità e delle vigenti leggi provinciali e regionali" ed all'articolo 21?".

Vota SI per l'abrogazione delle Comunità di valle
Vota NO per lasciare in vigore la legge attuale
e ricordiamoci che votare è un dovere civico

Tante volte i referendum si sono tenuti contro l’indifferenza ed addirittura l’ostilità dell’intero o parte del ceto politico (come in questo caso...), eppure il referendum abrogativo come sapientemente previsto dalla nostra Costituzione, non è affatto in contrapposizione alla democrazia rappresentativa. Anzi, ne può essere un sostegno, un’integrazione: quando il legislatore sbaglia può intervenire il corpo elettorale a correggerlo, ad indirizzarlo, e consente sempre di sottoporre a verifica le preferenze dei cittadini. E’ molto importante la funzione di controllo dei governati sui governanti, la democrazia moderna è stata, spesso a torto, ossessionata dallo spettro dell’azione popolare diretta, vista come alternativa ai vari sistemi rappresentativi, ma quella referendaria può essere un’azione benefica e salutare e può essere utile a rafforzare l’elemento democratico.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Tanto per cambiare, il referendum non è passato, però si sono spesi dei bei soldi e in questo momento di crisi si poteva anche evitare.

Anonimo ha detto...

Sarebbe anche ora di applicare una meritocrazia per quelli che comunque credono che il voto é l'unica arma che ci rimane in questa squallida democrazia. Sarebbe giusto aprire le porte a quei cittadini che ancora credono nel voto e che come ieri sono stati letteralmente presi in giro non solo dai nostri 'politici' ma anche dai 3/4 di cittadini che hanno disertato i seggi e che magari sono in prima fila sollevare critiche e proteste.Ops forse magari per loro sarebbe meglio un regime o una dittatura. Forse solo allora si renderebbero conto del vero valore di poter liberamente andare alle urne qualsiasi sia il proprio credo.
Meditate gente meditate.

Anonimo ha detto...

Venerdì passato sul giornale anche il nostro sindaco ha invitato a non andare a votare e con lui tutti gli altri sindaci della Vallagarina.
E' una vergogna che una carica istituzionale come il sindaco che dovrebbe rappresentare tutti dia indicazioni di tipo politico.
Sarebbe come se per un referemdum nazionale il presidente della repubblica dicesse ai cittadini cosa fare.
Anche questa è dittatura e non ce ne accorgiamo più...
f.

Anonimo ha detto...

I trentini, da popolo asarino di fieri autonomisti, sono diventati pecorelle al pascolo, al soldo dei reggenti politici di turno.