pane per tutti
Secondo l’ONU, ogni anno muoiono di fame 8 milioni di persone. Ogni settimana, scompaiono due città grandi come Novara. Il 15% dell’umanità è denutrita. Quindici anni fa la fame era dovuta a fattori naturali (alluvioni, terremoti, carestie …), oggi è dovuta a fattori umani (conflitti, cause economiche e finanziarie).
Il problema dei poveri non è quello di non ricevere abbastanza, ma quello di essere tagliati fuori dalla possibilità di inserirsi in un contesto economico.
Le soluzioni possono essere varie: le scelte di giustizia; il consumo critico; il risparmio etico; le campagne internazionali; la lotta contro le organizzazioni internazionali non democratiche (Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Internazionale del Commercio).
Ogni 3,6 secondi, nel mondo, c’è qualcuno che muore di fame: il 73% sono bambini.
Secondo il Rapporto 2000 del World Watch Institute (WWI), i malnutriti e i sovranutriti, nel mondo, sono in numero equivalente: 1 miliardo e 200 mila persone. La denutrizione porta malattie, invalidità, accorciamento della vita, riduzione della capacità di procreare. Nei paesi in via di sviluppo, 150 milioni di b a m b i n i sono sottopeso, cioè 1 su 3. La metà di questi bambini vive in Africa. La fame nel 1996, in India, è costata tra il 3 e il 9% del PIL (prodotto interno lordo).
Il fondatore della Global Epidemic of Malnutrition, B. Halweil, sostiene che “…mentre persiste ancora il mito per il quale la fame deriva da scarsità di cibo, sono invece l’iniqua distribuzione di risorse e la discriminazione di genere che impediscono agli affamati di procurarsi il minimo di cui hanno bisogno”.
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