28 febbraio 2007

il trasposto pubblico oggi

Vedere sull’Altopiano i rari autobus in servizio pubblico sfilare quasi sempre senza alcun passeggero a bordo, da anni…
Fa piangere…
Sia per lo spreco che per l’evidente disservizio ai cittadini.
Quello che dovrebbe servire Brentonico è un trasporto organizzato su percorsi, orari e frequenze concepiti non meno di mezzo secolo fa, fra una supposta periferia (quando questa “periferia”, nel frattempo, è diventata, e vieppiù diverrà, un importante polo di attrazione residenziale e turistico per l’intera area) e Rovereto.
Quella Rovereto che era l’unica possibile meta negli anni cinquanta, ma ora…
Non vedere alcun autobus in servizio pubblico la Domenica in un luoghi ritenuti turistici, in pregiati siti storico-panoramici e in un Parco Naturalistico prossimo venturo è un paradosso palese per una delle stazioni turistiche con le maggiori prospettive di sviluppo del basso Trentino.
Paradosso beffardo quando poi si organizzano le domeniche senza traffico per “sensibilizzare” i cittadini!
Da sensibilizzare - forse – sarebbero gli organizzatori!
Teoricamente, Brentonico, è un luogo dove si dovrebbe favorire ogni possibile alternativa all’automobile attraverso soluzioni di trasporto ecologiche… A metano, elettriche e - perché no? - Animali!… (Un paio di carrozzelle ad uso turistico non sarebbero male!)
Ma qui si è obbligati a possedere e ad usare l’auto per ogni incombenza e quando l’auto l’hai avviata è normale privilegiare le mete, i supermercati, i negozi, i servizi, i bar, e i ristoranti di valle…
Ed il commercio di Brentonico muore anche per questo…
Quello del trasporto parrebbe quindi doversi dire un (dis)servizio di pubblica inutilità.
Serve, e forse non solo per Brentonico, un profondo ripensamento del trasporto pubblico in Vallagarina.
I collegamenti “a stella” fra le località di valle e Rovereto devono cedere il posto a servizi circolari di ambito e di area con punti di interscambio di utenti nei punti di tangenza.
Nell’area di Brentonico, ad esempio serve un servizio continuativo, di mini o midi bus (a metano? Elettrici? Magari “ricaricati” da un’auspicabile centrale elettro-eolica da far sorgere sud di S. Valentino?) lungo la circolare Brentonico-Crosano -Cazzano- (con variante alternata su Castione)-Besagno-Mori-Chizzola-(con variante alternata su Cornè-Sorne)-Saccone-Prada-Brentonico per favorire l’interscambio di utenti con altre “circolari” di valle, nei punti di tangenza di Mori (per i collegamenti con Torbole,Riva e Malcesine, fondamentali per “risucchiare” turismo verso l’Altopiano e verso Rovereto per gli utenti dei settori scolastico, ospedaliero, burocratico e industriale) e di Chizzola per i collegamenti con gli ambiti della Val d’Adige…
Orari e frequenze dovrebbero essere decisi dagli utenti e dai cittadini attraverso sondaggi mirati.
Gli enti gestori dopo qualche anno di “rieducazione” dell’utenza all’uso del servizio pubblico dovrebbero misurare l’adeguatezza dei servizi tramite la più semplice delle valutazioni: quella del ritorno economico.
Intervenire su questi temi sarebbe un modo finalmente concreto per fare dell’autentico servizio pubblico e dell’ecologia non ottusamente ideologica.

Un bel contributo pervenuto che oltre presentare lo stato dell'arte ad oggi del nostro trasporto pubblico offre già delle proposte che potrebbero benissimo poter essere prese in considerazione da chi di dovere! A tutti voi ulteriori analisi, considerazioni, rielaborazioni e commenti.

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